Universalmente noto per La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (Firenze 1891), Pellegrino Artusi debuttò come scrittore in realtà nel 1878 con un saggio sul Foscolo che teneva insieme un’originale Vita di Ugo Foscolo, alcune Note al carme dei Sepolcri di natura critica e la Ristampa del Viaggio sentimentale di Yorick tradotto da Didimo Chierico. La Vita di Ugo Foscolo in particolare si segnala come prodotto della cultura e della passione risorgimentale, oltre che linguistico-letteraria, di Artusi, che – trasferitosi a Firenze nel 1851 – vi aveva fatto fortuna ed aveva quindi potuto lasciare ogni incarico per dedicarsi interamente agli studi. Qui, oltre a frequentare biblioteche e centro studi, come l’Istituto di Studi Superiori dove conobbe e divenne amico di Paolo Mantegazza, ebbe modo di vivere la trasformazione della città in capitale del neonato regno d’Italia (1865-1871) e di assistere alla traslazione in Santa Croce – sempre in chiave patriottico-risorgimentale – dei resti di Foscolo (1871), dandocene nella Vita una preziosa cronaca in presa diretta.