Questo lavoro su Vitaliano Brancati non è propriamente un saggio di critica letteraria, ma uno studio sulle motivazioni ideali che in riferimento al vissuto dello scrittore hanno ispirato con lo stesso grado di incidenza le sue scelte di uomo, di intellettuale, di artista.
Va inteso in questo senso come un approccio non freddamente analitico, ma partecipe, al mondo interiore di un artista la cui grandezza, fin oltre la metà degli anni Ottanta del secolo scorso risultò spesso ingabbiata nello spazio angusto di un “genere”, il comico, sentito come limite di una peculiarità artistica a sua volta segnata e condizionata dalle tematiche dominanti dell’erotismo e della provincia.
Va inteso in questo senso come un approccio non freddamente analitico, ma partecipe, al mondo interiore di un artista la cui grandezza, fin oltre la metà degli anni Ottanta del secolo scorso risultò spesso ingabbiata nello spazio angusto di un “genere”, il comico, sentito come limite di una peculiarità artistica a sua volta segnata e condizionata dalle tematiche dominanti dell’erotismo e della provincia.