La rivoluzione digitale del secondo millennio ha ormai cancellato il corsivo, il ductus della scrittura, trasformando quei caratteri tanto cari alle passate generazioni in geroglifici incomprensibili. Per questo motivo il giovane ispettore Loreta Assensi, poco più che trentenne, è costretta a chiedere aiuto per risolvere un insolito caso d’omicidio. Insolito a partire dall’arma, perché chi ha ucciso lo ha fatto con i fiori. Insolito perché l’unico indizio è un’ingiallita lettera vergata a mano che l’antiquario veronese Roberto Trentin tiene stretta nel suo letto di morte. Figlio di italiani immigrati in Argentina, egli è la vittima inconsapevole di un’oscura verità. Un segreto che nemmeno lui conosce. Un segreto nascosto tra le pieghe della scrittura, tra le missive che per decenni i suoi avi hanno spedito da una sponda all’altra dell’oceano. Ad aiutarla è un docente e ricercatore fuori dalle righe e dal tempo: il Filografo. Sarà proprio lui a farle intraprendere un viaggio che la porterà dalle rive scaligere dell’Adige sino alle sponde del Riò Paranà, passando dalle campagne di Riese, sfiorando i nebbiosi vigneti del Piemonte. Non solo un giallo dai riflessi noir, ma il presagio di un mondo il cui passato presto svanirà nell’effimera vita di uno stile di comunicare senza più carta, senza più inchiostro.