L’arte, nel suo significato più ampio, è l’espressione dell’animo dell’artista.
Nel momento in cui smette di essere espressione pura e assoluta dell’animo per diventare merce di scambio, ossia avente natura commericiale, perde la sua sacralità, cioè il fascino, l’incanto, l’essere inarrivabile, inaccessibile. L’artista, in condizione di estraneità, rimane svuotato nel suo essere e il suo messaggio si vanifica.
In passato, l’arte era accessibile solo a pochi adepti, poi con l’arrivo della società capitalistica è diventata un fenomeno di cultura di massa. L’industria culturale è come tutte le altre, si muove sullo stesso principio: toglie la soggettività al consumatore per renderlo oggetto. Questo avviene precisamente anche nel settore artistico e l’Autore Attilio Blanzuoli sottolinea il suo disappunto con eleganza e competenza.
Il suo testo, “Viva Sgarbi”, vuole essere un omaggio al celebre critico d’arte italiano Vittorio Sgarbi, e all’interno di esso, si punta l’attenzione sul crescente declino che man mano fa precipitare l’Italia e l’Europa sempre più in basso. Forse un secondo Rinascimento sarebbe auspicabile, potrebbe far risorgere e far rifiorire l’ingegno ed illuminare il pensiero, perché è chiaro che senza l’impegno, l’applicazione metodica e costante, l’artista non riesce a produrre, se non paccottiglia; l’arte vera, pura, per essere considerata tale, vuole la competenza, e la passione. Arte e passione è un binomio indissolubile, è la più alta espressione della creatività, accostarla all’idea di una possibile mercificazione sarebbe certamente sacrilego.
Attilio Blanzuoli ha conseguito il diploma di geometra. Per circa dieci anni ha lavorato come traduttore dall’inglese all’italiano presso una Casa Editrice americana nella città di Copenaghen. Successivamente si è trasferito a Stoccarda dove ha collaborato con il signor Peter Makal che è stato il più importante pantomimo al mondo. In quella città ha avuto il grande onore e il privilegio di collaborare con la signora Maya Picasso, la figlia del grande maestro Pablo Picasso.
Rientrato in Italia ha continuato la sua attività artistica di musicista in tutta la Lombardia, iniziando contestualmente la sua attività di scrittore. Fino ad ora ha redatto quattordici manoscritti fra i quali “Viva Sgarbi”, racchiudendo nella sua produzione letteraria tutte le esperienze che ha vissuto.
Nel momento in cui smette di essere espressione pura e assoluta dell’animo per diventare merce di scambio, ossia avente natura commericiale, perde la sua sacralità, cioè il fascino, l’incanto, l’essere inarrivabile, inaccessibile. L’artista, in condizione di estraneità, rimane svuotato nel suo essere e il suo messaggio si vanifica.
In passato, l’arte era accessibile solo a pochi adepti, poi con l’arrivo della società capitalistica è diventata un fenomeno di cultura di massa. L’industria culturale è come tutte le altre, si muove sullo stesso principio: toglie la soggettività al consumatore per renderlo oggetto. Questo avviene precisamente anche nel settore artistico e l’Autore Attilio Blanzuoli sottolinea il suo disappunto con eleganza e competenza.
Il suo testo, “Viva Sgarbi”, vuole essere un omaggio al celebre critico d’arte italiano Vittorio Sgarbi, e all’interno di esso, si punta l’attenzione sul crescente declino che man mano fa precipitare l’Italia e l’Europa sempre più in basso. Forse un secondo Rinascimento sarebbe auspicabile, potrebbe far risorgere e far rifiorire l’ingegno ed illuminare il pensiero, perché è chiaro che senza l’impegno, l’applicazione metodica e costante, l’artista non riesce a produrre, se non paccottiglia; l’arte vera, pura, per essere considerata tale, vuole la competenza, e la passione. Arte e passione è un binomio indissolubile, è la più alta espressione della creatività, accostarla all’idea di una possibile mercificazione sarebbe certamente sacrilego.
Attilio Blanzuoli ha conseguito il diploma di geometra. Per circa dieci anni ha lavorato come traduttore dall’inglese all’italiano presso una Casa Editrice americana nella città di Copenaghen. Successivamente si è trasferito a Stoccarda dove ha collaborato con il signor Peter Makal che è stato il più importante pantomimo al mondo. In quella città ha avuto il grande onore e il privilegio di collaborare con la signora Maya Picasso, la figlia del grande maestro Pablo Picasso.
Rientrato in Italia ha continuato la sua attività artistica di musicista in tutta la Lombardia, iniziando contestualmente la sua attività di scrittore. Fino ad ora ha redatto quattordici manoscritti fra i quali “Viva Sgarbi”, racchiudendo nella sua produzione letteraria tutte le esperienze che ha vissuto.