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Le feste più care ai romani si avevano nelle belle giornate autunnali del mese di ottobre, infatti erano denominate ottobrate. I popolani si radunavano in determinati luoghi dove si era a contatto con la natura e con i vigneti: nel mese di ottobre si aveva la vendemmia. Le località più frequentate erano il Testaccio, una collina che alle sue pendici aveva numerose grotte ricche riserve di vini; le radure erbose oltre ponte Milvio, fuori porta S. Giovanni e porta Pia; le vigne fertili di Monteverde, di S. Pancrazio, di porta Cavalleggeri e di Monte Mario. Alcuni dei partecipanti giungevano sui…mehr

Produktbeschreibung
Le feste più care ai romani si avevano nelle belle giornate autunnali del mese di ottobre, infatti erano denominate ottobrate. I popolani si radunavano in determinati luoghi dove si era a contatto con la natura e con i vigneti: nel mese di ottobre si aveva la vendemmia. Le località più frequentate erano il Testaccio, una collina che alle sue pendici aveva numerose grotte ricche riserve di vini; le radure erbose oltre ponte Milvio, fuori porta S. Giovanni e porta Pia; le vigne fertili di Monteverde, di S. Pancrazio, di porta Cavalleggeri e di Monte Mario. Alcuni dei partecipanti giungevano sui luoghi a piedi, altri arrivavano su di un carro addobbato per l’ottobrata ed erano annunciati dal suono del cembalo. Ognuna di queste vetture trasportavano sette persone di ugual sesso: uomini e donne non viaggiavano sugli stessi carri. La disposizione delle donne sulle vetture era: «…due se ne stavano appollaiate sul mantice, quattro sedute nell’interno, una infine, la più bella, accanto al conducente. Le tre che venivano a trovarsi più in alto sonavano tamburelli giganteschi e intonavano canzoni, mentre le altre ripetevano in coro gli stornelli spesso salaci intercalandoli con il ritornello: “A la bellona! / Semo arrivate a le porte de Roma”.» Ora sta a voi continuare, buona lettura!