Walter Kasper, uno dei più autorevoli teologi contemporanei, rappresenta una Chiesa che vuole essere solidale con <> (GS,n.1). Il suo cammino teologico sin dagli inizi, viene tracciato dal suo docente di dogmatica, J. R. Geiselmann, che lo introduce allo studio dei principali esponenti della Scuola cattolica di Tubinga. A questo insegnamento Kasper è sempre rimasto fedele e in questo grande alveo si collocano tutti i suoi testi, a cominciare dalla sua tesi di dottorato sulla Scuola romana di teologia e dal suo lavoro di abilitazione sull'ultimo Schelling. Questo discorso si risolve in una sistematica re-impostazione del metodo teologico e, di conseguenza, in un rinnovamento di tutti gli aspetti della teologia. Nel solco di queste posizioni Kasper ha elaborato una propria ecclesiologia, in cui ha accolto come <> l'idea di Chiesa come communio, sulla scia del Vaticano II e del dibattito teologico della prima metà del XIX sec. a cui ha contribuito soprattutto Henri de Lubac, con la sua teologia del soprannaturale, nel tentativo di colmare l'abisso che si era venuto creando tra l'annuncio evangelico e il mondo della vita, per trasformare l'uomo e rinnovare il volto della terra e così rispondere al segno dei tempi con una nuova incarnazione del Cristianesimo. L'intento fondamentale di questo volume e quello di ripercorrere e precisare, nei loro tratti essenziali, la caratterizzazione e lo sviluppo del suo pensiero, sottoponendoli ad un'opera di ricognizione storico-critica, a partire dagli anni della sua formazione universitaria, che danno significato effettivo a tutto il suo svolgimento, per poi trarre la consapevolezza del senso preciso del suo punto d'approdo.