Neanche troppi anni fa, se ci pensiamo, molti bisogni umani erano tenuti fuori dalle mura aziendali. Le aziende erano luoghi in cui, prima di entrare, dovevi indossare la maschera del ruolo, nascondere ogni forma di vulnerabilità e sottostare a ritmi di lavoro frenetici, sperimentando forti stati di stress e ansia. L'errore era additato come fallimento, e la ricerca concentrata sul colpevole. Per decenni abbiamo respirato una cultura tossica e subito stili di leadership top-down. Da allora, per fortuna, il mondo del lavoro è cambiato, così come le priorità di chi lavora. Pandemia globale e progresso tecnologico hanno accelerato il passaggio epocale all'era della People Centricity, dove finalmente si può iniziare a parlare di emozioni e di salute fisica e psicologica in azienda. Tante organizzazioni rimangono tuttavia ancorate a rassicuranti modelli culturali non più funzionali, sottovalutando gli effetti che disengagement, burnout, quiet quitting e turnover hanno sul business in termini di produttività, capacità di innovazione, generazione di valore, employer branding, talent attraction e retention. Questo libro rappresenta un manifesto rivoluzionario che supera il concetto stesso di welfare, in una visione ampia e strategica del Corporate Well-being come leva di vantaggio competitivo per il business. Tra dati, strumenti pratici, casi aziendali di realtà europee illuminate quali Enel e Unilever e storie oltreoceano come quelle di LinkedIn e Pinterest, entrerete nel mondo del Benessere da un nuovo punto di vista: quello finalizzato a creare una cultura del lavoro sana, positiva e appagante tramite l'ascolto, il feedback e l'esempio concreto.
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