Fabrizio Fabrizi. Trentenne dei giorni nostri. Disilluso. Arrabbiato. Rassegnato. Scrive canzoni per mestiere e per necessità. Vive in una nazione i cui abitanti non hanno alcun interesse per la musica. Tantomeno per la profondità dei testi. Fabrizio vive in bilico tra il suo essere dissacrante, cinico, disfattista e la sua ossessione per le parole, per la musica, per il suo sogno di bambino che non sa diventare grande. Odia tutto e tutti. Odia le donne. Tutte a parte una: Lei, l’unico essere umano a cui abbia mostrato il suo reale volto, per poi essere abbandonato, scaricato , dopo anni di convivenza, nel suo monolocale di 27 mq pieno di fogli, ricordi e mozziconi di sigaretta. Si annichilisce con whisky scadente a prezzo popolare in una bettola mal frequentata e mal gestita. Non dimentica Fabrizio Fabrizi. Non ne esce. Niente amici, fatta eccezione per “Mirkoeilcane”, singolare cantante di pseudo-successo per cui scrive alcuni testi. Più che un amico, un alter-ego. Ce l’ha messa tutta Fabrizio. Lui che voleva solo rimanere se stesso, si piegherà alle regole della società in cui vive. O forse no.Manuale su come rovinarsi la vita con le donne e con la musica.