Brutta, acida, frigida, amareggiata, noiosa, annoiata. Sono solo alcuni degli aggettivi che spesso si sentono attribuire a una “zitella”. La immaginiamo circondata da gatti e gomitoli di lana nella sua triste solitudine. Dal momento che non ha “trovato l’amore” e non si è riprodotta, incarna un fallimento per la società, un monito per le giovani ragazze.
Eppure la zitella ha davvero un destino così poco invidiabile? Qualcuno si è preso la briga di chiederle quale sia la sua opinione al riguardo? E se la zitella, con un movimento imprevisto, costringesse chi la giudica a guardarsi allo specchio? Se invece fosse una donna che spezza le catene, sfugge al controllo, agli obblighi e ai legami eterni, allo spazio costantemente condiviso? Se ci fosse qualcosa da ripensare, nel modo in cui guardiamo ai rapporti affettivi?
Alternando narrazione intima, cultura pop, studi sociologici e indagine giornalistica, la giornalista Marie Kock affronta con talento la questione della figura stereotipata e profondamente sessista della donna che non si sposa, che non ha figli e che la società insiste a rappresentare come triste e amareggiata. Questo saggio formula un’ipotesi: sostiene che sia possibile inventare nuovi modi di vivere, con se stessi e con gli altri, per trovare l’amore altrove, lontano dalle norme di una società che erige la coppia e la famiglia a riferimenti assoluti. Che sia possibile, semplicemente, volere qualcos’altro.
/tsi'tεlla/– secondo un diffuso stereotipo, ragazza sola, acida, fredda e bisbetica. Donna nubile senza figli.
Eppure la zitella ha davvero un destino così poco invidiabile? Qualcuno si è preso la briga di chiederle quale sia la sua opinione al riguardo? E se la zitella, con un movimento imprevisto, costringesse chi la giudica a guardarsi allo specchio? Se invece fosse una donna che spezza le catene, sfugge al controllo, agli obblighi e ai legami eterni, allo spazio costantemente condiviso? Se ci fosse qualcosa da ripensare, nel modo in cui guardiamo ai rapporti affettivi?
Alternando narrazione intima, cultura pop, studi sociologici e indagine giornalistica, la giornalista Marie Kock affronta con talento la questione della figura stereotipata e profondamente sessista della donna che non si sposa, che non ha figli e che la società insiste a rappresentare come triste e amareggiata. Questo saggio formula un’ipotesi: sostiene che sia possibile inventare nuovi modi di vivere, con se stessi e con gli altri, per trovare l’amore altrove, lontano dalle norme di una società che erige la coppia e la famiglia a riferimenti assoluti. Che sia possibile, semplicemente, volere qualcos’altro.
/tsi'tεlla/– secondo un diffuso stereotipo, ragazza sola, acida, fredda e bisbetica. Donna nubile senza figli.