Le zone economiche speciali (ZES) sono una species del più ampio genus delle zone franche. Di esse se ne conosce una grande varietà, avendo molti ordinamenti sperimentato strumenti simili al fine di circoscrivere determinate aree e renderle attrattive sul piano economico, fiscale, infrastrutturale ed occupazionale. Il libro tenta di effettuarne una ricostruzione guardando ad alcune esperienze significative adottate in paesi europei ed extra-europei salvo operare opportuni distinguo tra strumenti che appaiono lessicalmente simili ma sono intrinsecamente diversi, come le zone vocate all’export, le zone franche doganali, le zone franche urbane… ed altre ancora.
Il diritto dell’Unione europea non conosce una nozione univoca di zona economica speciale. Esso si concentra piuttosto su quelle disciplinate nel codice doganale europeo. Mentre alcuni ordinamenti, specie nell’est Europa, hanno, negli anni, ampiamente disciplinato le ZES traendone anche ricadute economiche non trascurabili. Il libro mette in evidenza questa disparità di visioni offrendo anche qualche spunto per una riflessione comune.
L’Italia ha invece visto l’introduzione delle ZES solo di recente, ad opera di un decreto legge (n. 91) del 2017. Il libro ricostruisce l’esperienza italiana guardando ai vari interventi, di normazione primaria e secondaria, che si sono, negli ultimi sette anni, avvicendati tra loro, creando un quadro normativo incerto e accidentato, specie per coloro – gli operatori economici – che delle ZES avrebbero potuto beneficiare, insediandosi nelle località produttive prescelte. E invece si sono trovati ad osservare continui cambi di prospettiva, con scelte anche antitetiche tra loro ed una visione, di lungo periodo, tutta da definire.
Infatti, in soli sette anni, si sono prima coinvolte e poi escluse le Regioni, prima coinvolte e poi escluse le Autorità di sistema portuale, a vantaggio di Commissari governativi nominati con grande ritardo e poi subitaneamente revocati. Si sono prima concepiti e organizzati e poi depennati i nessi economici e funzionali tra aree produttive e porti. Si è fatto e disfatto, nel giro di un anno, un piano sui grandi investimenti. Sino a giungere, da ultimo, alla soppressione delle originarie ZES regionali a vantaggio di una sola ZES per tutto il Mezzogiorno d’Italia.
Il libro riannoda il filo di questo sofferto iter normativo traendo le conclusioni raffigurate iconicamente nel titolo. D’altronde, una ricostruzione diacronica e documentata della vicenda complessiva non poteva, ad avviso di chi scrive, giungere a conclusioni diverse.
Aldo Berlinguer è avvocato e professore ordinario di diritto comparato nell’Università di Cagliari. Ha insegnato in vari Atenei stranieri e lavorato per istituzioni italiane ed europee. Presiede l’Osservatorio insularità ed aree interne di Eurispes. Opinionista, collabora con varie testate giornalistiche locali e nazionali. Tra le sue monografie, ricordiamo: La zona franca in Sardegna: mito, preconcetti, opportunità, Torino 2014 (insieme a T. Cherchi), Professione forense, impresa e concorrenza, Milano 2003; La compromettibilità per arbitri. Studio di diritto italiano e comparato, 2 Voll., Torino 1999
Il diritto dell’Unione europea non conosce una nozione univoca di zona economica speciale. Esso si concentra piuttosto su quelle disciplinate nel codice doganale europeo. Mentre alcuni ordinamenti, specie nell’est Europa, hanno, negli anni, ampiamente disciplinato le ZES traendone anche ricadute economiche non trascurabili. Il libro mette in evidenza questa disparità di visioni offrendo anche qualche spunto per una riflessione comune.
L’Italia ha invece visto l’introduzione delle ZES solo di recente, ad opera di un decreto legge (n. 91) del 2017. Il libro ricostruisce l’esperienza italiana guardando ai vari interventi, di normazione primaria e secondaria, che si sono, negli ultimi sette anni, avvicendati tra loro, creando un quadro normativo incerto e accidentato, specie per coloro – gli operatori economici – che delle ZES avrebbero potuto beneficiare, insediandosi nelle località produttive prescelte. E invece si sono trovati ad osservare continui cambi di prospettiva, con scelte anche antitetiche tra loro ed una visione, di lungo periodo, tutta da definire.
Infatti, in soli sette anni, si sono prima coinvolte e poi escluse le Regioni, prima coinvolte e poi escluse le Autorità di sistema portuale, a vantaggio di Commissari governativi nominati con grande ritardo e poi subitaneamente revocati. Si sono prima concepiti e organizzati e poi depennati i nessi economici e funzionali tra aree produttive e porti. Si è fatto e disfatto, nel giro di un anno, un piano sui grandi investimenti. Sino a giungere, da ultimo, alla soppressione delle originarie ZES regionali a vantaggio di una sola ZES per tutto il Mezzogiorno d’Italia.
Il libro riannoda il filo di questo sofferto iter normativo traendo le conclusioni raffigurate iconicamente nel titolo. D’altronde, una ricostruzione diacronica e documentata della vicenda complessiva non poteva, ad avviso di chi scrive, giungere a conclusioni diverse.
Aldo Berlinguer è avvocato e professore ordinario di diritto comparato nell’Università di Cagliari. Ha insegnato in vari Atenei stranieri e lavorato per istituzioni italiane ed europee. Presiede l’Osservatorio insularità ed aree interne di Eurispes. Opinionista, collabora con varie testate giornalistiche locali e nazionali. Tra le sue monografie, ricordiamo: La zona franca in Sardegna: mito, preconcetti, opportunità, Torino 2014 (insieme a T. Cherchi), Professione forense, impresa e concorrenza, Milano 2003; La compromettibilità per arbitri. Studio di diritto italiano e comparato, 2 Voll., Torino 1999