Inizio Novecento. Remigio Selmi lascia il suo modesto impiego da ferroviere per trasferirsi in un podere da lui ereditato nelle campagne senesi. Ben presto, però, un senso di devastante inadeguatezza comincia ad impadronirsi di lui rendendolo sempre più impotente e inetto di fronte ai contadini locali, resi gretti e violenti da secoli di povertà. Il crescendo delle tensioni avvilupperà Remigio in un vortice auto-distruttivo, il cui dipanarsi ricorda certi romanzi di Dostoevskij.-
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