Come cavolo ci siamo finiti qui?
Per la prima volta il rischio sembra reale
e molto al di là di quello che sarebbe lecito correre.
Una nebbiosa sera di novembre, la passeggiata al parco per portare fuori il cane. Il tipico vecchietto un po’ acciaccato che segue la traccia fluttuante dei suoi pensieri. Il classico cane che annusa qua e là, si infila in un cespuglio e trova uno zaino pieno di soldi. E di guai.
Chi conosce già il detective Elvis Zanasi e stava aspettando di vederlo di nuovo in azione, difficilmente resterà deluso: una storia facile facile, che però a ogni passo inciampa su un nuovo colpo di scena, finché il ritmo diventa quello del thriller in piena regola e non si torna più indietro. A dodici anni dall’esordio con Bloody Helena, Cavazzuti torna con un consapevole omaggio all’hard boiled senza rinunciare alla tentazione introspettiva e, in questo romanzo più che mai, a una robusta dose di sentimenti.
Per la prima volta il rischio sembra reale
e molto al di là di quello che sarebbe lecito correre.
Una nebbiosa sera di novembre, la passeggiata al parco per portare fuori il cane. Il tipico vecchietto un po’ acciaccato che segue la traccia fluttuante dei suoi pensieri. Il classico cane che annusa qua e là, si infila in un cespuglio e trova uno zaino pieno di soldi. E di guai.
Chi conosce già il detective Elvis Zanasi e stava aspettando di vederlo di nuovo in azione, difficilmente resterà deluso: una storia facile facile, che però a ogni passo inciampa su un nuovo colpo di scena, finché il ritmo diventa quello del thriller in piena regola e non si torna più indietro. A dodici anni dall’esordio con Bloody Helena, Cavazzuti torna con un consapevole omaggio all’hard boiled senza rinunciare alla tentazione introspettiva e, in questo romanzo più che mai, a una robusta dose di sentimenti.