Il sedicesimo giorno di settembre. Anno duemiladodici.Siedo al tavolo dove lavoro immerso nella luce del crepuscolo, una luce in cammino verso l’oscurità.Sono come rincuorato dall’intima e profonda convinzione che tutto potrebbe essere semplice. Semplice come raccontare una storia.Gli anni Settanta, quelli della mia tarda infanzia, quasi adolescenza. A Modena, dove il futuro pareva contenere molto di più che un’alba nuova tutti i giorni.