La memoria come filo conduttore, impregna la poesia che l’autrice scrive, dichiaratamente. Nei versi, la si ritrova sempre esplicita. L’autrice narra di una gioventù vissuta intensamente nella sua isola incantata, la Sicilia; ne canta la bellezza e le storture, amorevolmente, ma passione e severità convivono nel testo. La poesia avanza decisa e incurante lascia sempre una traccia che lega passato e presente in un susseguirsi di parole, colori, suoni che riportano a luoghi dell’infanzia, a volti cari, a sentimenti custoditi. Non si risparmia il dolore, la delusione e l’amarezza; li stempera concretizzandoli nella speranza nel domani e nella voglia di riscatto. Scrivere per liberare ricordi impegnativi, restituire pezzi di passato condiviso. Attingere ai ricordi per impreziosire il tempo vissuto, cesellare con le parole quello che la vita ha sedimentato. Scrivere per non permettere al tempo, di cancellare; di vanificare e disperdere sogni, amori, passioni. Una scia di parole anche crude, di tracce che conducono a percorsi assaporati con la coscienza di chi sa fare della lucida e sincera introspezione. Raccontare il proprio tempo, l’impegno sociale, la sfera affettiva, dove ogni emozione ha lasciato segni e qualche ferita. Tramandare con coraggio. Un invito aperto a chi vorrà leggere, per alleviare il timore dell'autrice. Domenico Maria Gurgone