Torino, centro abitato dal fascino unico, dal sapore che oscilla tra la sobrietà e il lusso tipico della città ottocentesca, dove sono passati imperatori e nati regni, è oggi città d’arte malavitosa invasa da immigrati di ogni dove, divisa tra società criminali, bande e mafie, specialmente quella calabrese che con la sua fame inarrestabile sembra non voler lasciare più niente a nessuno. Nella bolgia totale garantisce un po’ di giustizia, a modo suo, uno sbirro spietato e corrotto intrappolato nelle sue dinamiche, tra i pochi che sa davvero in che verso girano le cose, Nazzareno Amendola. Una storia passata ormai da sette anni lo tormenta. Quando ormai sembra essersi rassegnato ecco che qualcosa inaspettatamente comincia a muoversi, si inizia a sentire nuovamente l’odore della verità, che in questo caso è tutt’altro che buono, tornano a galla fatti che puzzano di marcio e rischiano di trascinare il protagonista in un baratro senza via di ritorno.