La Seconda Guerra Mondiale come pochi l’hanno raccontata; non un vero e proprio saggio né un’opera di fantasia, ma il colloquiale narrare di eventi di chi quegli anni li ha vissuti e sofferti, osservando e meditando il succedersi dei fatti con gli occhi puri di un bambino. A distanza di oltre cinquant’anni, Arnaldo Baroffio ritorna tra le macerie del Paese “suicidatosi” nel più terribile dei conflitti, tessendo una trama avvincente, attingendo alla memoria e alla creatività; realtà, sogno e ricordo si mescolano per offrirci un quadro grandioso, assolutamente verosimile, scevro da pregiudizi, rimpianti o rancore. Una lettura utile e appassionante per tutti, che grazie alla vivace curiosità dell’autore, alla sua grande capacità di sintesi e al linguaggio semplice e diretto, consente al lettore di “entrare” nella Storia, assistendo ora con meraviglia, ora con terrore a un film di cui si conosce la fine, ma di cui si ignorano importanti sfumature: vizi e virtù degli “attori” protagonisti, “segni” premonitori e le forti emozioni di quel bambino che fu, e che nella guerra imparò a discernere il bene dal male.