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Dopo il grande successo de I promessi sposi, nasce, o si prolunga, il filone manzoniano di scrittori che ad esso si ispirano, vuoi nelle trame vuoi nell'accuratezza della lingua, dove le parole e i periodi sono limati per approfondire e 'sviscerare' il pensiero degli avvenimenti raccontati, più o meno inventati. Questo filone possiamo dirlo perdurante fino quasi alla fine dell''800 e lo ritroviamo in diversi autori: Paolo Bettoni ne è emblematico rappresentante. In questo libro di tre racconti, uscito per il pubblico nel 1855, dominano nei tre soggetti gli eterni accadimenti e le speranze…mehr

Produktbeschreibung
Dopo il grande successo de I promessi sposi, nasce, o si prolunga, il filone manzoniano di scrittori che ad esso si ispirano, vuoi nelle trame vuoi nell'accuratezza della lingua, dove le parole e i periodi sono limati per approfondire e 'sviscerare' il pensiero degli avvenimenti raccontati, più o meno inventati.
Questo filone possiamo dirlo perdurante fino quasi alla fine dell''800 e lo ritroviamo in diversi autori: Paolo Bettoni ne è emblematico rappresentante.
In questo libro di tre racconti, uscito per il pubblico nel 1855, dominano nei tre soggetti gli eterni accadimenti e le speranze dell'essere umano: la provvidenza, la lotta tra il bene e il male, la moderazione e la tolleranza.
Nel primo racconto, Vizio miseria e virtù, è la purezza di una giovinetta di famiglia poverissima ad essere insidiata da famelici libertini; la condizione di estremo disagio condurrà la giovane a dover fare una scelta ultima e drammatica. Arriverà in qualche forma la Provvidenza a salvarla?
Nel secondo, la cupidigia insaziabile di individui senza scrupoli avrà forse la meglio su un giovane ereditiero da spolpare per bene, a proprio personale e inattaccabile interesse.
Il terzo racconto, infine, Il gentiluomo mendico, è un'analisi delle debolezze umane e del sopravvento che possono avere su spiriti peraltro non immeritevoli.
Tre racconti, molto ben leggibili, che danno altresì un quadro su valori e principi che erano all'attenzione in quel periodo e che, forse, non sono così alieni anche ai nostri giorni.Dopo il grande successo de I promessi sposi, nasce, o si prolunga, il filone manzoniano di scrittori che ad esso si ispirano, vuoi nelle trame vuoi nell'accuratezza della lingua, dove le parole e i periodi sono limati per approfondire e 'sviscerare' il pensiero degli avvenimenti raccontati, più o meno inventati.
Questo filone possiamo dirlo perdurante fino quasi alla fine dell''800 e lo ritroviamo in diversi autori: Paolo Bettoni ne è emblematico rappresentante.
In questo libro di tre racconti, uscito per il pubblico nel 1855, dominano nei tre soggetti gli eterni accadimenti e le speranze dell'essere umano: la provvidenza, la lotta tra il bene e il male, la moderazione e la tolleranza.
Nel primo racconto, Vizio miseria e virtù, è la purezza di una giovinetta di famiglia poverissima ad essere insidiata da famelici libertini; la condizione di estremo disagio condurrà la giovane a dover fare una scelta ultima e drammatica. Arriverà in qualche forma la Provvidenza a salvarla?
Nel secondo, la cupidigia insaziabile di individui senza scrupoli avrà forse la meglio su un giovane ereditiero da spolpare per bene, a proprio personale e inattaccabile interesse.
Il terzo racconto, infine, Il gentiluomo mendico, è un'analisi delle debolezze umane e del sopravvento che possono avere su spiriti peraltro non immeritevoli.
Tre racconti, molto ben leggibili, che danno altresì un quadro su valori e principi che erano all'attenzione in quel periodo e che, forse, non sono così alieni anche ai nostri giorni.