Nel mutato contesto socio-economico, politico e culturale della Cina post-maoista, il linguaggio del discorso politico cinese subisce rapide e profonde trasformazioni. Gli slogan usati dal Partito Comunista Cinese tendono a una graduale depoliticizzazione e, in essi, alla retorica marxista-leninista si affiancano sempre più riferimenti al repertorio della cultura tradizionale cinese. Il "sogno cinese" promosso dall'attuale presidente Xi Jinping è piena espressione di questa tendenza. Tuttavia, resta ancora da comprendere quale sia la motivazione che soggiace all'adozione di un universale ideologico e di una retorica così distanti da quelli marxisti-leninisti: la metafora del "sogno" cosa nasconde in realtà? Scopo del presente studio è quello di individuare, ove possibile, una risposta a tale interrogativo.