In tutto il Paese, ma anche in diverse località e sedi universitarie europee, fervono iniziative per ricordare e commemorare l’anniversario della Grande Guerra. Convegni, saggi e volumi costituiscono già un considerevole patrimonio di riflessione che, unitamente ad alcune interessanti mostre, hanno portato alla luce una documentazione molteplice, per niente scontata ed in alcuni casi anche inedita.
Anche questo lavoro vuole contribuire a svelare vicende sicuramente originali di un evento sul quale storici di chiara fama hanno scritto pagine straordinarie e indimenticabili nelle quali trova posto la ricostruzione dei fatti e un attento esame delle premesse, delle conseguenze e dei nuovi equilibri disegnati dalla Grande Guerra; ma anche un marcato interesse riguardo ai luoghi e alle figure più rappresentative, senza dimenticare l’apertura che una nuova epistemologia storica ha determinato verso l’utilizzo di documenti inediti, alternativi, originali, come le memorie di graduati e semplici soldati, la corrispondenza con le famiglie dei richiamati al fronte, le fotografie che ritraggono gli stessi, in atteggiamenti celebrativi o nelle trincee, o quelli che fanno luce sulla condizione dell’infanzia e delle donne, sui profughi, sull’alimentazione e tanti altri ancora. Un’apertura che ha favorito l’affermarsi di uno sguardo plurale che rende la Grande Guerra un affresco complesso, che va ben al di là di una mera ricostruzione di eventi militari, di trattati diplomatici, di poche e grandi personalità, il cui resoconto è ispirato dalla documentazione ufficiale conservata in Archivi non sempre accessibili e, comunque, creati spesso per custodire memoria condizionata di quanto accaduto, come ha magistralmente argomentato il manifesto storiografico francese delle Annales.
È, comunque, questo, un lavoro che parte da lontano, dalla partecipazione con un contributo alla sezione monografica del CIRSE che ha poi ispirato l’organizzazione del Convegno celebratosi all’Università della Calabria sempre sulla condizione della scuola e dell’infanzia durante la Grande Guerra. Ricordare e commemorare il Centenario della prima Guerra mondiale, la Grande Guerra, è importante come esercizio di memoria collettiva di quella che è stata una immane tragedia collettiva del Novecento.
Anche questo lavoro vuole contribuire a svelare vicende sicuramente originali di un evento sul quale storici di chiara fama hanno scritto pagine straordinarie e indimenticabili nelle quali trova posto la ricostruzione dei fatti e un attento esame delle premesse, delle conseguenze e dei nuovi equilibri disegnati dalla Grande Guerra; ma anche un marcato interesse riguardo ai luoghi e alle figure più rappresentative, senza dimenticare l’apertura che una nuova epistemologia storica ha determinato verso l’utilizzo di documenti inediti, alternativi, originali, come le memorie di graduati e semplici soldati, la corrispondenza con le famiglie dei richiamati al fronte, le fotografie che ritraggono gli stessi, in atteggiamenti celebrativi o nelle trincee, o quelli che fanno luce sulla condizione dell’infanzia e delle donne, sui profughi, sull’alimentazione e tanti altri ancora. Un’apertura che ha favorito l’affermarsi di uno sguardo plurale che rende la Grande Guerra un affresco complesso, che va ben al di là di una mera ricostruzione di eventi militari, di trattati diplomatici, di poche e grandi personalità, il cui resoconto è ispirato dalla documentazione ufficiale conservata in Archivi non sempre accessibili e, comunque, creati spesso per custodire memoria condizionata di quanto accaduto, come ha magistralmente argomentato il manifesto storiografico francese delle Annales.
È, comunque, questo, un lavoro che parte da lontano, dalla partecipazione con un contributo alla sezione monografica del CIRSE che ha poi ispirato l’organizzazione del Convegno celebratosi all’Università della Calabria sempre sulla condizione della scuola e dell’infanzia durante la Grande Guerra. Ricordare e commemorare il Centenario della prima Guerra mondiale, la Grande Guerra, è importante come esercizio di memoria collettiva di quella che è stata una immane tragedia collettiva del Novecento.