“Le stagioni dell’eternità” pur essendo, anche, romanzo di idee, ha una virtù che spesso si lamenta in via di estinzione : ha una trama, e sicure direzioni entro cui farla correre. La vicenda, variata e scandita secondo una molteplicità di punti di vista, mostra fin da subito marcata predilezione per il fantastico, esibisce chiari riferimenti – si pensa soprattutto per l’alternanza del punto di vista – a P.K. Dick, e si dimostra pienamente in grado di indirizzare in porto i vari fili che si addipanano lungo le pagine: avvincente, ricca e mobile, essa qualifica l’opera come prodotto denso, in possesso di idee e immagini di vaglia, di soluzioni narrative intense e solide. La scrittura è rapida, tersa e vicina sovente al colloquiale; non esibisce compiacimenti di sorta, si dimostra strumento docile e puntuale ai fini di una narrazione serrata e ricca d’azione.