Prefazione apocrifa di Jorge Luis Borges
Nessuno sa, me escluso, che prima o poi un certo fatto cancellerà ogni traccia di ricor-
do da tutti gli esseri viventi.
Se nelle cellule davvero esistesse un codice primordiale, una raccolta di reminiscenze
ed esperienze a cui attingere, ora niente di ciò che segue si avvererebbe. Sfortunata-
mente la realtà sarà molto diversa: uomini e animali senza memoria né linguaggio si
contenderanno le risorse in una lotta equa, guidati solo da puro istinto di conservazio-
ne. Nessun genio, santo, artista o eroe sarà più menzionato, nessuna canzone cantata,
nessuna preghiera recitata. Il velo della dimenticanza calerà su terre e mari, nomi, idio-
mi, musiche, glorie e infamie. Non serve prepararsi. L’unico consiglio è di farsi trovare
con le scarpe ai piedi: se ne capirà immediatamente l’uso e si godrà di un piccolo van-
taggio nella lotta a seguire. Se è proprio la lotta a spaventarvi, non dateci troppo peso:
la vista del sangue non vi atterrirà, semmai vi apparirà curiosa. La morte e un orologio
appariranno altrettanto inconcepibili.
Saluto dunque l’autore che mi è dato presentarvi, e che quasi certamente mi ha plagiato
con arti tanto misteriose quanto ovvie. Lusingato dalle sue parole ho accondisceso a fir-
mare questa prefazione, usando abbozzi che avevo tenuto in serbo per altre occasioni.
Di certo non me ne vorrà: un sarto accorto sa riutilizzare stoffe preziose per nuovi ve-
stiti, nel caso in cui il committente originale cambi d’idea. È altrettanto vero che queste
mie righe postume (non mi è dato rivelarvi come l’autore sia riuscito a rintracciarmi)
contribuiranno, seppur che in minima misura, a cautelarmi dall’oblio: mi è stato assi-
curato che quest’opera, e con essa la mia presentazione, sarà stampata e diffusa in un
numero quasi infinito di copie, ognuna delle quali indistruttibile, resistente a fuoco, ac-
qua e logorio.
Quando uomini e bestie ritroveranno il codice della parola, proveranno
a decifrarne il contenuto: sarà questo l’unico libro superstite, scampato a diluvi e falò
accesi per scaldarsi o mangiare, oltre a qualche altra arcaica forma di utilità, diletto
o consolazione. Nelle sue pagine troverete pochi insegnamenti e nessuna morale: mi
sembrano delle buone fondamenta per le nuovissime generazioni.
Buenos Aires, data illeggibile
Nessuno sa, me escluso, che prima o poi un certo fatto cancellerà ogni traccia di ricor-
do da tutti gli esseri viventi.
Se nelle cellule davvero esistesse un codice primordiale, una raccolta di reminiscenze
ed esperienze a cui attingere, ora niente di ciò che segue si avvererebbe. Sfortunata-
mente la realtà sarà molto diversa: uomini e animali senza memoria né linguaggio si
contenderanno le risorse in una lotta equa, guidati solo da puro istinto di conservazio-
ne. Nessun genio, santo, artista o eroe sarà più menzionato, nessuna canzone cantata,
nessuna preghiera recitata. Il velo della dimenticanza calerà su terre e mari, nomi, idio-
mi, musiche, glorie e infamie. Non serve prepararsi. L’unico consiglio è di farsi trovare
con le scarpe ai piedi: se ne capirà immediatamente l’uso e si godrà di un piccolo van-
taggio nella lotta a seguire. Se è proprio la lotta a spaventarvi, non dateci troppo peso:
la vista del sangue non vi atterrirà, semmai vi apparirà curiosa. La morte e un orologio
appariranno altrettanto inconcepibili.
Saluto dunque l’autore che mi è dato presentarvi, e che quasi certamente mi ha plagiato
con arti tanto misteriose quanto ovvie. Lusingato dalle sue parole ho accondisceso a fir-
mare questa prefazione, usando abbozzi che avevo tenuto in serbo per altre occasioni.
Di certo non me ne vorrà: un sarto accorto sa riutilizzare stoffe preziose per nuovi ve-
stiti, nel caso in cui il committente originale cambi d’idea. È altrettanto vero che queste
mie righe postume (non mi è dato rivelarvi come l’autore sia riuscito a rintracciarmi)
contribuiranno, seppur che in minima misura, a cautelarmi dall’oblio: mi è stato assi-
curato che quest’opera, e con essa la mia presentazione, sarà stampata e diffusa in un
numero quasi infinito di copie, ognuna delle quali indistruttibile, resistente a fuoco, ac-
qua e logorio.
Quando uomini e bestie ritroveranno il codice della parola, proveranno
a decifrarne il contenuto: sarà questo l’unico libro superstite, scampato a diluvi e falò
accesi per scaldarsi o mangiare, oltre a qualche altra arcaica forma di utilità, diletto
o consolazione. Nelle sue pagine troverete pochi insegnamenti e nessuna morale: mi
sembrano delle buone fondamenta per le nuovissime generazioni.
Buenos Aires, data illeggibile