Guido è un professionista del mondo teatrale col vizio dell’alcol, che però giustifica attribuendolo a un vuoto estetico, cioè alla pressoché assoluta mancanza di bellezza della cosiddeta società dei consumi. La sua vita è un susseguirsi di fallimenti sentimentali e artistici e annega nel disordine morale. Tuttavia egli è ossessionato dall’ansia di purificazione e dalla ricerca affannosa della grande bellezza che, a un certo punto, crede d’avere individuato nelle splendide fattezze d’una donna portoghese, di cui s’innamora follemente. Ma commette purtroppo un tragico sbaglio che avrà per lui conseguenze nefaste, perché l’angelo di cui s’è infatuato è tutt’altro che un angelo e lo condurrà fatalmente nel baratro. Il fascino perverso dell’abisso è un romanzo di difficile classificazione, sempre a metà tra il realismo e il realismo magico, in debito e in dialogo con la grande letteratura in lingua lusitana del vecchio e del nuovo continente. Lo arricchiscono e ne complicano una definizione precisa di genere i numerosi excursus estetici. Ma l’etichetta che forse più gli si addice è quella di romanzo “on the road”, perché in esso è tracciato l’itinerario d’un viaggio, anche metaforico e spirituale. Un viaggio verso la catarsi della bellezza e dell’innocenza che si conclude però con la rovinosa caduta nell’abisso.
Giancarlo Interlandi è nato a Vizzini (CT) il 21 luglio 1943 e risiede ad Acitrezza. È laureato in Ingegneria meccanica ed è attualmente in pensione, dopo avere esercitato per molti anni l’attività di docente. In campo letterario ha conseguito circa duecento primi premi, fra cui il “Borgognoni”, il “San Domenichino”, il “Giorgio La Pira”, il “Marco Tanzi” e il “Rhegium Julii”, e altri minori. Nel 1985 gli è stato assegnato il “Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio”. Ha pubblicato quindici raccolte di poesie, Sul filo della memoria nel 1979, Né lacrime né incanti nel 1981, Poesia contro nel 1981, Concerto per zufolo del sud nel 1985, Dicibile indicibile nel 1987, Dalla parte di Telemaco nel 1990, Vent’anni nel 1990, Poesia come sfida nel 1991, I petali del niente nel 1994, Identità d’Orfeo nel 1999, Un’anarchia nell’anima nel 2001, Un tarlo senza nome nel 2003, Il sud non è quello nel 2003, Il pane dei ricordi nel 2006, Un sangue che ubriaca nel 2011, una raccolta di racconti Strepiti di ombre nel 2005, e il romanzo Il fondo corporeo dell’anima nel 2012.
Giancarlo Interlandi è nato a Vizzini (CT) il 21 luglio 1943 e risiede ad Acitrezza. È laureato in Ingegneria meccanica ed è attualmente in pensione, dopo avere esercitato per molti anni l’attività di docente. In campo letterario ha conseguito circa duecento primi premi, fra cui il “Borgognoni”, il “San Domenichino”, il “Giorgio La Pira”, il “Marco Tanzi” e il “Rhegium Julii”, e altri minori. Nel 1985 gli è stato assegnato il “Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio”. Ha pubblicato quindici raccolte di poesie, Sul filo della memoria nel 1979, Né lacrime né incanti nel 1981, Poesia contro nel 1981, Concerto per zufolo del sud nel 1985, Dicibile indicibile nel 1987, Dalla parte di Telemaco nel 1990, Vent’anni nel 1990, Poesia come sfida nel 1991, I petali del niente nel 1994, Identità d’Orfeo nel 1999, Un’anarchia nell’anima nel 2001, Un tarlo senza nome nel 2003, Il sud non è quello nel 2003, Il pane dei ricordi nel 2006, Un sangue che ubriaca nel 2011, una raccolta di racconti Strepiti di ombre nel 2005, e il romanzo Il fondo corporeo dell’anima nel 2012.