I Templari in Sardegna si offre al lettore come il frutto di decenni di analisi e studi multidisciplinari condotti dall’autore alla scoperta della preziosa eredità storica lasciata dall’Ordine del Tempio in Sardegna. Gianfranco Pirodda affronta un appassionante percorso di ricerca delle testimonianze documentarie, iconografiche, architettoniche, linguistiche e folcloriche disseminate nell’isola, talvolta dimenticate, spesso ignorate, eppure depositarie di una parte tanto affascinante quanto fondamentale della Storia sarda. Ogni aspetto trattato è puntualmente approfondito dall’immancabile confronto con testimonianze affini provenienti dai più vari scenari internazionali in cui i Cavalieri Templari si sono trovati a operare nel corso dei secoli. Una capillare conoscenza della storiografia mondiale si arricchisce all’interno dell’opera di prospettive inedite, capaci di ribaltare gli apparentemente inamovibili punti di arrivo delle teorie più diffuse, trasformandoli in interessanti spunti di partenza verso nuovi percorsi di indagine ancora insondati. Un’opera di ampio respiro, capace di rivolgersi tanto agli studiosi e ai ricercatori, quanto agli appassionati e ai curiosi, definendosi come uno dei capisaldi immancabili della storiografia sui Templari e sulla Sardegna. I Templari erano soliti lasciare i loro segni e simboli all’interno delle chiese e delle altre costruzioni in cui svolgevano le attività quotidiane, in particolar modo quelle produttive, al fine di indicare la loro presenza e di sottolineare le peculiari esenzioni che ne derivavano. Questi segni, dopo lo scioglimento dell’Ordine da parte di papa Clemente V ad Avignone, furono coperti, cancellati, graffiati o scolpiti via durante i secoli XIV e XV. Dal momento che fino a oggi la ricerca si era dedicata solo marginalmente alla riscoperta di questo patrimonio iconografico – nascosto sotto gli intonaci, dimenticato, ignorato, e talvolta occultato da secoli – i Templari sono stati passivamente considerati assenti in Sardegna. Dopo anni di ricerche sul campo e il rinvenimento di innumerevoli nuove testimonianze, Gianfranco Pirodda dimostra finalmente come i cavalieri del Tempio fossero numerosi e potenti nell’isola, aprendo la storiografia a nuove imperdibili conclusioni.