La regola di giudizio processual-penalistica dell'oltre ogni ragionevole dubbio ha trovato formale accoglimento nel nostro ordinamento soltanto in tempi recenti, con la riforma del dettato del primo comma dell'art. 533 del c.p.p. ad opera della legge n. 46/2006. È stato quindi cristallizzato il principio in virtù del quale, ai fini dell'emissione di una sentenza di condanna, il giudice deve essere certo "al di là di ogni ragionevole dubbio" della colpevolezza dell'imputato, altrimenti imponendosi l'esito assolutorio. Sorge però spontaneo l'interrogativo su cosa debba intendersi con l'espressione oltre ogni ragionevole dubbio, su come si possa riempire di contenuto concreto una formula tanto sfuggente. Il presente lavoro tenta di rispondere a quesiti di tal fatta rivolgendo lo sguardo, con un'indagine sul campo, lì dove il principio ha trovato la propria massima consacrazione, tramite la famosa decisione della Corte Suprema sul caso "In re Winship" (1970): quegli Stati Uniti d'America nei quali tale formula, oltre ad essere parte del patrimonio giuridico, è penetrata nelle maglie del tessuto sociale, essendo nota ad ogni cittadino la portata garantistica che accompagna il principio.
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