Le teorie di Keynes rimangono ancora oggi emblema del modello economico anti-liberista, basato sul principio secondo il quale il capitalismo non sa provvedere alla piena occupazione dei cittadini e alla distribuzione equa del reddito. Partendo dall’assunto che i mercati non possono spontaneamente originare un prezzo di equilibrio senza interventi istituzionali, la dottrina di Keynes propone un sistema di controllo del movimento dei capitali, incentrato sulla redistribuzione del reddito tramite imposte progressive, tasse di successione e soppressione della speculazione finanziaria, che non produce alcun contributo al benessere pubblico. Il modello keynesiano attribuisce quindi allo Stato il compito di espletare funzioni non individuali, ovvero di fare ciò che non è fatto dai soggetti privati, nella convinzione che solo una democrazia economica possa portare a un’autentica democrazia politica.