Valle del Vajont, 1962: da pochi anni la diga è stata completata e in parte messa in funzione, ma la popolazione vive nella paura. Piccoli smottamenti e scosse fanno temere il peggio. La ditta costruttrice, la Sade, è consapevole dei problemi e dei rischi, ma li tiene nascosti, con la complicità delle più alte sfere governative, per poter collaudare l’impianto a pieno regime prima che venga rilevato dall’Enel, come disposto dalla legge sulla nazionalizzazione delle imprese idroelettriche. A Longarone arrivano solo poche voci sulla vicenda, finché il brigadiere Tiziano Bortot, della locale caserma dei Carabinieri, indagando sul suicidio di Egisto Zoldan, un operaio della diga, viene a sapere dei contrasti tra popolazione locale e impresa costruttrice. Bortot, che è un uomo timoroso, senza iniziativa e preoccupato solo di evitare problemi, viene catapultato suo malgrado in una vicenda dai contorni oscuri quando un collega del defunto gli rivela che Zoldan, prima di morire, aveva tentato di rompere il muro del silenzio imposto dalla Sade. Sarà in grado di evitare l’inevitabile, scrivendo un altro finale per la tragedia del Vajont?
Un romanzo di fantasia, basato su documenti e testimonianze utilizzati durante il processo.
Un romanzo di fantasia, basato su documenti e testimonianze utilizzati durante il processo.