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Il sistema delle arti ha visto negli ultimi decenni, tanto nella ricerca artistica più sofisticata quanto nel mainstream e nei prodotti maggiormente ‘globalizzati’ della società dello spettacolo, una riemergenza dell’aura delle origini, della macchina mitologica, del grande stile, perfino di quelle tecniche e strutture di senso – dalla formularità all’oralità secondaria – che da sempre contraddistinguono il modo epico. Se già l’«epica moderna» di primo Novecento ci parlava di un reincantamento del mondo e di un superamento dei confini geostorici e delle frontiere tra i generi, occorre…mehr

Produktbeschreibung
Il sistema delle arti ha visto negli ultimi decenni, tanto nella ricerca artistica più sofisticata quanto nel mainstream e nei prodotti maggiormente ‘globalizzati’ della società dello spettacolo, una riemergenza dell’aura delle origini, della macchina mitologica, del grande stile, perfino di quelle tecniche e strutture di senso – dalla formularità all’oralità secondaria – che da sempre contraddistinguono il modo epico.
Se già l’«epica moderna» di primo Novecento ci parlava di un reincantamento del mondo e di un superamento dei confini geostorici e delle frontiere tra i generi, occorre chiedersi che ne sia di tale dispositivo formale, in fondo ancora assolutizzante, dopo la cesura del secondo dopoguerra e l’entropia generatasi nell’estetica e nell’immaginario «dopo il moderno». Quale epos è possibile in uno spazio a una dimensione, già in sé totalizzato?

Francesco de Cristofaro insegna Letterature comparate all’Università di Napoli «Federico II». Autore di saggi di teoria e storia letteraria pubblicati in volume e in rivista, ha ottenuto il Premio Sapegno con il volume Zoo di romanzi. Balzac, Manzoni, Dickens e altri bestiari (Liguori, Napoli 2002). Ha recentemente diretto un’edizione commentata dei Promessi sposi (Rizzoli, Milano 2014) e curato Letterature comparate (Carocci, Roma 20163) e Il borghese fa il mondo (Donzelli, Roma 2017). Coordina con Giancarlo Alfano l’opera Il romanzo in Italia.