“… Andavo via ancora una volta da Palermo, come tanti anni fa. Avevo sperato di cambiare la mia città e liberarla dalla morsa dei poteri criminali, ma non ero riuscito. Questa sconfitta era il segno della impossibilità di cambiare la mia terra, o solo il segno della mia incapacità di farlo? Tutto è così immutabile? No, forse è possibile cambiare, si può e si deve. Sì dovrò ritentare, ma... lo sportello dell’aereo, chiudendosi, mi lacerò il cuore”. Due vecchi amici, Emanuele e Umberto, dopo alcuni anni tornano a Palermo. Le loro storie s’intrecciano con altre storie umane parallele e, in particolar modo, con la durezza della quotidianità di una città come Palermo, ancora drammaticamente controllata dalla malavita e da una classe politica corrotta.