Albert Schweitzer scrisse: "Se l'uomo perde il rispetto anche per una sola parte della vita, perderà il rispetto per tutta la vita." Il nostro mondo è turbato da conflitti e grandi divergenze che nascondono l'acredine di complesse interazioni storiche, sociali e culturali, in cui ogni forma di vita sembra essere facilmente calpestabile in quell'instancabile corsa al progresso. Congiuntamente alla nascita di nuove e migliorate tecniche, soprattuto nel campo delle scienze mediche e delle biotecnologie, si sono ingenerate anche una vasta gamma di esiziali interrogativi etico-morali, che travalicano ogni frontiera nazionale, interrogativi coi quali la bioetica cerca tenacemente di confrontarsi. Nonostante la difficoltà nel fornire delle risposte, il desiderio di trovare un equilibrio tra l'importanza del lavoro svolto dalla comunità scientifica e del rispetto della vita, presente e futura, hanno portato l'UNESCO ad adottare la Dichiarazione Universale sulla Bioetica e i Diritti Umani, che fornisce un orientamento, il quale, con giustizia, potrebbe guidare la rotta verso un futuro in cui gli sviluppi delle scienze mediche possano divenire sinonimo di benessere, pace e prosperità.