La parola pandemia circolava da noi, con pudore e timore, già da diversi giorni, cioè da quando, nel mese di dicembre 2019, era comparso in Cina, nella città di Wuhan, il nuovo virus che provoca la malattia denominata Covid-19. L’indifferenza e la sottovalutazione furono i primi sentimenti, anche da parte di qualche scienziato: la Cina appariva lontana.
Quando poi il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, scandisce – con incomprensibile ritardo solo il 30 gennaio, quando i contagi ufficiali sono già 7.836 e 18 i paesi coinvolti – la pericolosità di questo virus, esso diventa patrimonio comune e l’allerta si diffonde con particolare velocità. La definizione di pandemia da parte dell’Oms certifica che gran parte del globo si trova di fronte a un’epidemia che supera i confini nazionali e colpisce una moltitudine di persone.
Forse è troppo presto per fare previsioni, la situazione è ancora calda, in movimento, e mancano dati essenziali; prevalgono i dubbi politici e le incertezze scientifiche. Finché non si metterà in campo un “Piano pandemico” di lavoro corale e integrato, sotto il coordinamento e la tutela di organismi istituzionali sovranazionali, come ad esempio l’Oms, la cautela è d’obbligo. Questo però non esclude di procedere, pur con prudenza e accortezza, a una lettura critica e prospettica dei riverberi di questa crisi globale, sanitaria ed economica, avanzando alcune considerazioni con umiltà e senza alcuna pretesa di offrire un quadro esauriente e compiuto. Due considerazioni preliminari: la prima di carattere macro e con qualche annotazione storico-politica, la seconda micro, sull’uomo scarno e nudo.
Quando poi il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, scandisce – con incomprensibile ritardo solo il 30 gennaio, quando i contagi ufficiali sono già 7.836 e 18 i paesi coinvolti – la pericolosità di questo virus, esso diventa patrimonio comune e l’allerta si diffonde con particolare velocità. La definizione di pandemia da parte dell’Oms certifica che gran parte del globo si trova di fronte a un’epidemia che supera i confini nazionali e colpisce una moltitudine di persone.
Forse è troppo presto per fare previsioni, la situazione è ancora calda, in movimento, e mancano dati essenziali; prevalgono i dubbi politici e le incertezze scientifiche. Finché non si metterà in campo un “Piano pandemico” di lavoro corale e integrato, sotto il coordinamento e la tutela di organismi istituzionali sovranazionali, come ad esempio l’Oms, la cautela è d’obbligo. Questo però non esclude di procedere, pur con prudenza e accortezza, a una lettura critica e prospettica dei riverberi di questa crisi globale, sanitaria ed economica, avanzando alcune considerazioni con umiltà e senza alcuna pretesa di offrire un quadro esauriente e compiuto. Due considerazioni preliminari: la prima di carattere macro e con qualche annotazione storico-politica, la seconda micro, sull’uomo scarno e nudo.