Che cos’è la libertà? È una domanda che come poche altre accompagna da sempre la riflessione degli uomini. Filosofi di ogni tempo hanno tentato di fornire una risposta razionale, artisti e poeti hanno cercato di catturarne l’essenza e rappresentarla con immagini, musica, parole. Ma nessuno c’è riuscito davvero fino in fondo. Forse perché non è un concetto che si possa analizzare e descrivere, la libertà. Né un’immagine o una melodia che si possano riprodurre. Forse è una condizione, uno stato d’animo che si può solo vivere, sperimentare. Affascinano e stupiscono, allora, le riflessioni sulla libertà raccolte in queste pagine. Affascinano per la profondità dei contenuti e la spontaneità della forma. Stupiscono perché nascono fra le mura di un carcere, che è quanto di più lontano dalla libertà si possa immaginare, per il senso comune. Ma se non esiste davvero una corrispondenza tra la libertà del corpo e quella dello spirito, quando la libertà del corpo è limitata allo spazio di una cella, lo spirito può riscoprirsi libero di esplorare un altro spazio, interiore e sconfinato. È il messaggio forte di questo libro. È il paradosso della libertà.