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Questo lavoro analizza le anfore tipo Spello (Ostia III, 369-370/II, 521) rinvenute nel Suburbio settentrionale di Roma con l'obiettivo di caratterizzare le produzioni e di risalire alle aree di origine delle argille utilizzate. Il problema archeometrico legato a questo tipo di anfora riguarda proprio il riconoscimento dei centri di produzione. Di quest'anfora è noto un solo centro produttivo, ma la diffusione interessa le Regiones VI e VII dell'Italia antica a cui si deve aggiungere una presenza rilevante a Roma e Ostia, pertanto si suppone l'esistenza di diverse manifatture. Sono state…mehr

Produktbeschreibung
Questo lavoro analizza le anfore tipo Spello (Ostia III, 369-370/II, 521) rinvenute nel Suburbio settentrionale di Roma con l'obiettivo di caratterizzare le produzioni e di risalire alle aree di origine delle argille utilizzate. Il problema archeometrico legato a questo tipo di anfora riguarda proprio il riconoscimento dei centri di produzione. Di quest'anfora è noto un solo centro produttivo, ma la diffusione interessa le Regiones VI e VII dell'Italia antica a cui si deve aggiungere una presenza rilevante a Roma e Ostia, pertanto si suppone l'esistenza di diverse manifatture. Sono state realizzate 62 analisi petrografiche in sezione sottile e 16 analisi diffrattometriche che hanno consentito di descrivere gli aspetti mineralogici e petrografici dei campioni esaminati. I dati emersi permettono di conoscere meglio le produzioni delle anfore tipo Spello circolanti nell'area indagata e contribuiscono a gettare luce sull'origine di questi contenitori. L'ipotesi di una possibile provenienza dalla Valle dell'Arno e dall'Etruria meridionale, già avanzata da altri autori, è confermata mentre la tesi di una produzione nel Suburbio costituisce un nuovo contributo della ricerca.
Autorenporträt
Fabrizio Delussu, PhD: specializzato in archeologia classica all¿Università di Roma ¿La Sapienzä. Archeologo professionista, responsabile d¿interventi di scavo e di progetti di musealizzazione, consulente di enti pubblici e privati; si occupa della ricognizione archeologica e della romanizzazione della Barbagia.