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Questo libro parla di quell’esperienza, raccontata in prima persona da tre studentesse del corso di Lingue. Oggi, a Expo finita, possiamo dire che quel giorno abbiamo visto giusto. Fra i tanti obiettivi raggiunti, nel capitolo della collaborazione fra Milano e l’Esposizione universale del 2015, c’è anche una voce che riguarda le Civiche. E questa voce documenta un risultato non trascurabile. I giovani delle Civiche che a vario titolo hanno lavorato in Expo sono stati più di sessanta impegnati, solo per il settore Lingue, a far da interpreti nei vari padiglioni. Gli studenti di Cinema hanno…mehr

Produktbeschreibung
Questo libro parla di quell’esperienza, raccontata in prima persona da tre studentesse del corso di Lingue. Oggi, a Expo finita, possiamo dire che quel giorno abbiamo visto giusto. Fra i tanti obiettivi raggiunti, nel capitolo della collaborazione fra Milano e l’Esposizione universale del 2015, c’è anche una voce che riguarda le Civiche. E questa voce documenta un risultato non trascurabile. I giovani delle Civiche che a vario titolo hanno lavorato in Expo sono stati più di sessanta impegnati, solo per il settore Lingue, a far da interpreti nei vari padiglioni. Gli studenti di Cinema hanno realizzato un docufilm sul lavoro di Padiglione Italia nei mesi prima dell’apertura di Expo. Poi, a Esposizione aperta, hanno realizzato video e filmati per documentare l’intensa attività di Padiglione Italia. Infine Alice, Serena e Francesca hanno lavorato all’Ufficio stampa di Padiglione Italia, collaborando con il Web magazine e accompagnando giornalisti italiani e stranieri nella visita al Padiglione e al Palazzo, sede di una delle mostre più impegnative e coinvolgenti di Expo 2015. Per rendere l’idea, nei sei mesi di apertura, i giornalisti che hanno visitato Palazzo Italia ha superato il numero di 2900. Non basta: la loro esperienza è stata riversata in tre tesi accademiche che hanno vivisezionato il lavoro sostenuto nel periodo di stage, esaminandolo da altrettanti punti di vista. Il segreto del successo? Per quanto riguarda la nostra squadra, come si legge fra le righe dei contributi di Alice, Serena e Francesca, sta nella costanza e nella disponibilità che queste ragazze, insieme ai loro compagni di avventura, hanno saputo offrire. Un grande intellettuale italiano, Antonio Gramsci, diceva: “Un giornale può essere concepito solo come risultato armonico di una somma di sforzi e di sacrifici individuali, compiuti disinteressatamente per il bene comune”. Questa linea, personalmente, io ho sempre cercato di tenerla presente nei giornali in cui ho lavorato. E ho cercato di seguirla anche quando sono passato dall’altra parte della barricata, nell’Ufficio stampa di Expo e, poi, in quello di Padiglione Italia. La soddisfazione è stata quella di vedere dei giovani interpretarla al meglio, senza bisogno di grandi suggerimenti. Una delle chiavi è stata la fiducia. Davvero ripagata alla grande. Fabio Zanchi, capo ufficio stampa Padiglione Italia