Negli anni sessanta e settanta, dopo le ricostruzioni post belliche, le economie occidentali si sono forgiate fronteggiando diverse criticità: crisi internazionali e forte sindacalizzazione hanno generato shock energetici e salariali. Il presente lavoro ne rivisita cause e conseguenze, ed analizza -tramite modelli economici semplificati- le relative contromisure adottate dalle autorità italiane, che sono state spesso sostenute da fenomeni economici quali inflazione e ricorso al debito. Sarà dunque più volte evidenziata la preferenza italiana per soluzioni di questa natura, in luogo di riforme strutturali atte a garantire l'efficienza e la legalità dei servizi pubblici e del settore industriale. Queste decisioni del passato, mai corrette e spesso aggravate, hanno manifestato con violenza le loro conseguenze in occasione della crisi finanziaria del 2008, quando l'Italia -con una produttività industriale bassa e una vasta economia sommersa- non ha più potuto servirsi del debito (ormai troppo alto) né dell'inflazione (oggi competenza della BCE), pagando così un conto più salato di quasi tutte le altre nazioni coinvolte.