La Divisione "Garibaldi", che ha operato in Jugoslavia dalla fine del 1943, fu vittima di un fatto inaudito: l'abbandono da parte del governo di Badoglio e del Re di interi reparti dell'Esercito in territorio occupato dal nemico. Per questo resistere, per quei corpi dell'Esercito, era condizione di vita. Ma resistere a chi? All'Esercito tedesco che dopo l'8 settembre 1943 aveva occupato l'Italia ormai da ex-alleato; oppure resistere ai partigiani jugoslavi che avevano conosciuto l'occupazione italiana in certi casi con la medesima ferocia dell'occupante tedesco? Fino al 2 dicembre la confusione contribuisce all'esposizione delle truppe italiane agli attacchi sia del vecchio, sia del possibile nuovo alleato. La riorganizzazione è una necessità, il dovere degli ufficiali, verso i quali si voltano gli uomini abbandonati, esposti all'incombente inverno, è di non lasciarli in piccoli gruppi contro il nemico. Necessario dunque ricostituire un corpo militare in grado di difendere se stesso e soprattutto di trovare una nuova ragione per combattere.