Siamo quello che non mangiamo - Busignani, Furio
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Le vendite di questo libro contribuiranno alla realizzazione del nostro secondo documentario itinerante, indipendente e popolare per mostrare una rivoluzione naturale necessaria e già in atto. (Potete trovare informazioni sulla raccolta fondi a questo link www.mappaterresane.it/primo-libro) ______________________________________________________________ Sono Furio Busignani e per oltre trent'anni ho fatto parte del mondo dello spettacolo anche in qualità di autore creativo e socio di due agenzie di eventi promozionali. Tra il 1997 e il 2018 ho lavorato sia per la radio che per la televisione,…mehr

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Produktbeschreibung
Le vendite di questo libro contribuiranno alla realizzazione del nostro secondo documentario itinerante, indipendente e popolare per mostrare una rivoluzione naturale necessaria e già in atto. (Potete trovare informazioni sulla raccolta fondi a questo link www.mappaterresane.it/primo-libro) ______________________________________________________________ Sono Furio Busignani e per oltre trent'anni ho fatto parte del mondo dello spettacolo anche in qualità di autore creativo e socio di due agenzie di eventi promozionali. Tra il 1997 e il 2018 ho lavorato sia per la radio che per la televisione, in qualità di inviato, autore e videomaker. Per emittenti tv nazionali ed estere, con le quali continuo a collaborare, mi sono occupato anche di alimentazione legata all'agricoltura e alle tradizioni alimentari locali. Nel 2019, al termine di un personale percorso di studio e di riequilibrio di valori, ho deciso di realizzare il documentario "RARE, terre di donne" (www.mappaterresane.it/rare) dando parallelamente vita al sito mappateresane.it nel quale continuo a raccogliere testimonianze di contadini e contadine locali che sanno mettere in contatto la nostra migliore nutrizione con il benessere della natura che custodiscono; piccoli agricoltori che creano quelle risorse colturali, culturali, sociali e umane delle quali noi tutti abbiamo il diritto e il dovere di usufruire al fine di proteggere la nutrizione insieme a terre, territori e ambiente. Nei panni di acquirente alimentare curioso e reattivo ho iniziato a informarmi cercando di comprendere e testimoniare i paradossi, i difetti, le assurdità del sistema di produzione alimentare convenzionale da sempre insostenibile. Nel libro rifletto sul fatto che gli alimenti migliori hanno un loro enorme valore, il valore della migliore nutrizione, perché sono la prima opportunità di cura che la natura ci offre e per questo motivo il suolo deve essere tutelato, pulito e vitale. Ma mi sono reso anche conto che tuttavia, quando mettiamo le mani sul carrello della spesa, lo facciamo senza porci molte domande. Noi non ci fermiamo a pensare perché la realtà dei cibi della grande distribuzione prodotti industrialmente, viene filtrata affinché ai nostri occhi tutto risulti indispensabile, immacolato, ecosensibile e colorato di "green" quel filtro magico si chiama pubblicità. Ecco la ragione del titolo provocatorio "noi siamo quello che non mangiamo", perché imparare a evitare il più possibile l'alimentazione insostenibile che ci circonda è fondamentale per difendere il nostro benessere alimentare, il suolo e quindi il Pianeta. Nel testo sono inclusi anche i preziosi punti di vista di contadine e contadini che operano in diverse parti d'Italia e che con le loro riflessioni arricchiscono e nobilitato questo progetto; le ultime pagine del libro contengono invece minime storie di vita legate a cibi popolari e familiari, alimenti secondo me universali, le cui ricette mi sono state descritte da coloro che ho avuto il piacere di conoscere negli anni durante i quali ho viaggiato collaborando con le diverse produzioni televisive. Fin dall'inizio volevo che questo lavoro potesse, diciamo così, restituire "il sapere al sapore" degli alimenti, perché il cibo spogliato della sua conoscenza, della sua storia, piccola o grande che sia, viene più facilmente appiattito e organoletticamente uniformato da un sistema alimentare convenzionale che durante le sue fasi di coltivazione, produzione e distribuzione non può che mettere in atto un ciclo meramente economico, con il chiaro fine del maggior guadagno possibile, e non un ciclo ecologico e contadino che non anteponendo il traguardo economico a quello etico, tutela il suolo, l'ambiente e ci concede la massima qualità nutrizionale garantendoci, per questi e altri motivi, un futuro alimentare e ambientale possibile, disponibile e accessibile.
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