Nel 17 a.C. Augusto, Mecenate e Marco Agrippa si recano presso la scuola del retore Porzio Latrone per assistere a una controversia. L’eccezionalità di tale parterre testimonia l’evoluzione della declamazione da semplice pratica privata, o tuttalpiù esercizio scolastico propedeutico alla grande oratoria forense, a genere letterario autonomo. In quanto codificato e riconoscibile, tale genere si è già ritagliato un proprio pubblico, consapevole ed esigente.
È questo il contesto che ci viene svelato dalla raccolta senecana: più di cento declamatori (non solo romani, ma anche greci) per migliaia di citazioni, spesso commentate o variamente integrate da digressioni e aneddoti riferiti dall’autore; un vero e proprio affresco in grado di offrire uno spaccato culturale della prima età imperiale e la rappresentazione di quello che certo fu un fenomeno di costume, oltre che un’esperienza letteraria.
È questo il contesto che ci viene svelato dalla raccolta senecana: più di cento declamatori (non solo romani, ma anche greci) per migliaia di citazioni, spesso commentate o variamente integrate da digressioni e aneddoti riferiti dall’autore; un vero e proprio affresco in grado di offrire uno spaccato culturale della prima età imperiale e la rappresentazione di quello che certo fu un fenomeno di costume, oltre che un’esperienza letteraria.