Il saggio ricostruisce le trasformazioni radicali nella operatività del pensiero che hanno determinato la nascita della filosofia greca a partire dal VI secolo a.C. e imposta un innovativo commento dei sistemi dei primi quattro filosofi dell’universo (Talete, Anassimandro, Anassimene ed Eraclito) in base alla dicotomia tra Referenza e Immanenza, caposaldo dell’impostazione filosofica costruttivista.
Dal saggio emerge chiaramente che la filosofia, lungi dall’essere un contenuto particolare del pensiero, si costituisce in base alla sua autoreferenza quando il pensiero, operando a velocità infinita, per la prima volta ha raggiunto il piano immanente del caos e ha ritagliato, nella dimensione dell’Immanenza, un piano di condensazione concettuale del tutto irriducibile ai metodi e ai processi referenti sia del pensiero comune sia del pensiero religioso, edificando la propria impalcatura in base a processi di risonanza e intensità completamente diversi da quelli, ispirati al senso comune e al linguaggio designativo, tipici della referenza della vita quotidiana.
Dal saggio emerge chiaramente che la filosofia, lungi dall’essere un contenuto particolare del pensiero, si costituisce in base alla sua autoreferenza quando il pensiero, operando a velocità infinita, per la prima volta ha raggiunto il piano immanente del caos e ha ritagliato, nella dimensione dell’Immanenza, un piano di condensazione concettuale del tutto irriducibile ai metodi e ai processi referenti sia del pensiero comune sia del pensiero religioso, edificando la propria impalcatura in base a processi di risonanza e intensità completamente diversi da quelli, ispirati al senso comune e al linguaggio designativo, tipici della referenza della vita quotidiana.