Lasciandoci trasportare dalla corrente della vita, possiamo inconsapevolmente abbandonarci a essa oppure chiederci cos’è questa cosa che ci trasporta via.
Lenio Morganti indaga sul senso dell’esistenza di un uomo qualunque, quale egli si considera, di per sé destinata a essere dimenticata da tutti nel rapido svolgersi del tempo. Nel far ciò, esamina temi che solitamente rimangono nascosti dentro l’animo umano, poco adatti per abituali conversazioni, sfocati anche alla chiara consapevolezza di ognuno. Tra questi: la religione, la libertà, la felicità, il libero arbitrio, la sofferenza, il tempo, la bellezza, l’economia, la giustizia, l’amore.
Con linguaggio semplice e tono colloquiale, senza alcuna pretesa di essere depositario di un’unica verità, rivolge le proprie osservazioni a un pubblico di lettori anch’essi uomini qualunque, sollecitandoli alla riflessione, nel tentativo di fare emergere in essi una loro personale considerazione sul senso dell’esistenza. Dalle sue parole, emerge l’opinione secondo cui sotto l’essenza di ciò che si discute, si celi un fine recondito che la Natura ci istiga inconsapevolmente a perseguire. È puntando l’attenzione verso quest’ultimo che diventa possibile scorgere il senso della vita. Tuttavia, non è sufficiente alzare il primo velo, perché ciò che affiora nasconde a sua volta un fine ancora più recondito, e questo un altro ancora.
Un saggio divulgativo elegante, aperto alla dialettica, una sorta di testamento spirituale.
Lenio Morganti indaga sul senso dell’esistenza di un uomo qualunque, quale egli si considera, di per sé destinata a essere dimenticata da tutti nel rapido svolgersi del tempo. Nel far ciò, esamina temi che solitamente rimangono nascosti dentro l’animo umano, poco adatti per abituali conversazioni, sfocati anche alla chiara consapevolezza di ognuno. Tra questi: la religione, la libertà, la felicità, il libero arbitrio, la sofferenza, il tempo, la bellezza, l’economia, la giustizia, l’amore.
Con linguaggio semplice e tono colloquiale, senza alcuna pretesa di essere depositario di un’unica verità, rivolge le proprie osservazioni a un pubblico di lettori anch’essi uomini qualunque, sollecitandoli alla riflessione, nel tentativo di fare emergere in essi una loro personale considerazione sul senso dell’esistenza. Dalle sue parole, emerge l’opinione secondo cui sotto l’essenza di ciò che si discute, si celi un fine recondito che la Natura ci istiga inconsapevolmente a perseguire. È puntando l’attenzione verso quest’ultimo che diventa possibile scorgere il senso della vita. Tuttavia, non è sufficiente alzare il primo velo, perché ciò che affiora nasconde a sua volta un fine ancora più recondito, e questo un altro ancora.
Un saggio divulgativo elegante, aperto alla dialettica, una sorta di testamento spirituale.