La narrazione in forma diaristica di Liliana Pavan racconta la sua prima esperienza come tutrice legale di Mustafa, un ragazzo egiziano minorenne. Io e Mustafa è il racconto della travagliata esperienza e del legame che si instaura durante la tutela volontaria. L’autrice ricostruisce gli anni dal 2018 al 2021; anni in cui accompagna il ragazzo verso la maggiore età, standogli accanto come una madre, senza pretendere di sostituirsi a lei, anzi, rispettando il suo ruolo. Attraverso turbinii emotivi, lunghe attese, tragici eventi, i due costrui-
scono un legame duraturo basato sulla fiducia, conquistata poco a poco, che non verrà spezzato al compimento dei diciotto anni del ragazzo ma che si protrarrà a lungo, anche dopo la fine del percorso.
Un’esperienza costellata da momenti di dubbi e insicurezze in cui, più volte, Liliana si chiede: «ce la farò?», «starò facendo la cosa giusta?» o «cosa posso fare?», superati con la fiducia reciproca e con la pazienza di ascoltare, comprendere, capire, aspettare.
Il racconto è un invito a riflettere e a ripensare le leggi inerenti all’ospitalità, affinché sia dovere morale di ogni individuo garantire il diritto a un futuro migliore a giovani ragazzi cui troppo spesso è negato.
scono un legame duraturo basato sulla fiducia, conquistata poco a poco, che non verrà spezzato al compimento dei diciotto anni del ragazzo ma che si protrarrà a lungo, anche dopo la fine del percorso.
Un’esperienza costellata da momenti di dubbi e insicurezze in cui, più volte, Liliana si chiede: «ce la farò?», «starò facendo la cosa giusta?» o «cosa posso fare?», superati con la fiducia reciproca e con la pazienza di ascoltare, comprendere, capire, aspettare.
Il racconto è un invito a riflettere e a ripensare le leggi inerenti all’ospitalità, affinché sia dovere morale di ogni individuo garantire il diritto a un futuro migliore a giovani ragazzi cui troppo spesso è negato.