Alda Merini è trina ma non divisa. Si racconta, in prima persona, attraverso tre attrici, tre sguardi differenti. Parla della sua vita e quindi, inevitabilmente, di poesia. Lei stessa era poesia, ne era il corpo, l'anima e la voce. Il volto dei suoi ricordi è rappresentato da un attore/maschera (medico, amante, psichiatra e anche divinità) pronto a farle rivivere non tanto la vita, ma qualcosa di molto più importante: la sua vera essenza, il suo istinto poetico. "Gli sguardi di Alda" è il primo testo teatrale di Luca Foglia Leveque.