Benché tutte le leggi esaltino la libertà di scelta della donna, le pratiche assistenziali sono operatore-centriche e la donna diventa inevitabilmente ingranaggio di un meccanismo volto alla "sicurezza" che si fa garante più del sistema che del benessere delle persone. In seguito all'analisi delle raccomandazioni vigenti e delle indagini effettuate dall'ISTAT è stata condotta un'indagine conoscitiva sull'esperienza del parto presso il presidio ospedaliero "Martiri del Villa Malta" di Sarno e la casa maternità "La Via Lattea" di Milano. Ponendo in relazione le domande più significative si è riscontrato che la scelta autonoma della posizione durante il parto ha influenzato decisamente la durata del travaglio, la percezione del dolore, la prevalenza dell'episiotomia e della manovra di Kristeller, nonché l'indice di Apgar neonatale. Quindi, riequilibrare il bilanciamento tra il diritto della libertà di scelta e la priorità della sicurezza delle cure nel delicato processo del parto comporterebbe non solo il miglioramento degli outcomes materni e neonatali, ma anche la riconquista ed il recupero della dignità delle donne, dignità che non tollera limitazioni. E questo non è cosa da poco.