Tabelle di misurazione, cronometro e calcolatrice sono i protagonisti di una vera e propria inchiesta cinematografica dedicata ai film di Antonioni. Partendo da ricerche sperimentali sul "bodily language", l'autrice seziona i gesti dei personaggi, ne misura gli sguardi e scrutina le traiettorie dei loro corpi nello spazio, inseguendo le tracce di una presunta incomunicabilità insita nella poetica del regista. Ne risulta una diagnosi meno infausta rispetto a quella cui ci ha abituati la critica. A risaltare positivamente è soprattutto la figura femminile, che con la sua sensibilità inquieta e febbrile oppone resistenza all'opacità dei sensi e alla stagnazione dei rapporti che incombono sull'universo meccanizzato e de-antropomorfizzato dell'uomo. E' alla donna che il regista affida lo slancio poetico del suo sguardo, che dietro la telecamera ammicca provocatoriamente allo spettatore obbligandolo ad entrare nello spazio scenico. Tabelle e appendici illustrano al lettore i parametri di psicologia sperimentale applicati nel testo, suggerendo un approccio al linguaggio cinematografico del tutto inedito e passibile di ulteriori sviluppi.
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