La raccolta di racconti di Maurizio Caruso riflette le tinte crepuscolari dell’ambiguità, del male e del lato oscuro della mente, nella leggerezza di un umorismo a volte grottesco.
Verità scomode di cui tutti siamo consapevoli si snodano lungo undici fotogrammi che compongono una tappezzeria dalla trama compatta. Un percorso che tratteggia una serie di personaggi rapaci e vibranti nella loro capacità sovvertitrice di ogni equilibrio e certezza. Protagonisti, come il bullo viziato, il malato di potere, l’assassino, il narcisista patologico, il dittatore folle, l’adolescente imprigionato in un’ampolla digitale, che vestono abiti di scena su un palcoscenico tragico. Gorghi esistenziali in cui l’autore affonda il suo bisturi narrativo, per tentare di comprendere tutto ciò che non vorremmo mai essere o diventare. La postfazione è di Giovanni Vittorio.
Verità scomode di cui tutti siamo consapevoli si snodano lungo undici fotogrammi che compongono una tappezzeria dalla trama compatta. Un percorso che tratteggia una serie di personaggi rapaci e vibranti nella loro capacità sovvertitrice di ogni equilibrio e certezza. Protagonisti, come il bullo viziato, il malato di potere, l’assassino, il narcisista patologico, il dittatore folle, l’adolescente imprigionato in un’ampolla digitale, che vestono abiti di scena su un palcoscenico tragico. Gorghi esistenziali in cui l’autore affonda il suo bisturi narrativo, per tentare di comprendere tutto ciò che non vorremmo mai essere o diventare. La postfazione è di Giovanni Vittorio.