Maurizio Michelotti racconta, in questo libro, la sua esperienza lavorativa personale, condividendola con il lettore, sperando che possa essere utile a tutti coloro che leggeranno. La metafora del galeone viene utilizzata per rappresentare il lavoro, dove ci si imbarca e poi, durante il corso della vita, si cambia. I riferimenti vanno ai giovani italiani che non scelgono professioni dove ci si sporchi le mani e l'autore descrive l'ambiente lavorativo attraverso numerose figure di personaggi, presenti nelle aziende, facendo molta satira al riguardo; per esempio, lo spettro, il bardo, il mago, il mannaro, la fata, l'orco e molti altri, con descrizioni davvero attente e precise. Il testo finisce con un interessante capitolo, intitolato “Il cimitero degli elefanti”, che racconta come sarà il proprio posto di lavoro tra vent'anni e come il governo non avrà denaro sufficiente per le pensioni, anche qui con la presenza di un personaggio curioso, il mago Luciano. Il testo si divide in capitoli, è interessante e scritto in modo semplice e chiaro; la struttura è piuttosto scorrevole e porta il lettore a riflettere, come fa lo stesso autore, riguardo il lavoro e le aziende, dove sarebbe giusto e necessario collaborare di più tra diverse culture che si incontrano. Al lettore arriva, in conclusione, questo importante messaggio, propositivo per un futuro lavorativo migliore.
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