Nei primi mesi del 1896 vide finalmente la luce, dopo un lungo e travagliato percorso editoriale, la prima edizione delle Elegie romane di Goethe nella traduzione di Luigi Pirandello.
A centoventi anni di distanza si è ritenuto utile riproporla in una versione filologicamente accurata, da un lato, e debitamente commentata, dall’altro. Tale scelta nasce altresì dall’intenzione di dare risalto alla traduzione del grande autore agrigentino, inquadrandola negli anni ricchi di fermento creativo nei quali Pirandello faticosamente ricercava la propria identità, ancora in bilico fra quella di filologo e quella di poeta.
Dalla Premessa di Enrico Elli
A centoventi anni di distanza si è ritenuto utile riproporla in una versione filologicamente accurata, da un lato, e debitamente commentata, dall’altro. Tale scelta nasce altresì dall’intenzione di dare risalto alla traduzione del grande autore agrigentino, inquadrandola negli anni ricchi di fermento creativo nei quali Pirandello faticosamente ricercava la propria identità, ancora in bilico fra quella di filologo e quella di poeta.
Dalla Premessa di Enrico Elli