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Tutto inizia da un sogno, che affiora alla coscienza durante il quotidiano viaggio per andare al lavoro, e nel quale c’è un riccio di stoffa al quale la protagonista sta rifacendo la pancia, e che però improvvisamente sparisce. E poi, strana coincidenza, ecco nell’erba un riccio vero, ferito, che lei decide di salvare. È una premonizione? Forse sì, perché a causa di una lunga catena di ammalati di cancro che ha segnato la sua vita, ha sempre sentito che prima o poi le sarebbe toccato. Anche per lei prima o poi ci sarebbe stato il nemico da affrontare. Ma quel male, quella mostruosa creatura…mehr

Produktbeschreibung
Tutto inizia da un sogno, che affiora alla coscienza durante il quotidiano viaggio per andare al lavoro, e nel quale c’è un riccio di stoffa al quale la protagonista sta rifacendo la pancia, e che però improvvisamente sparisce. E poi, strana coincidenza, ecco nell’erba un riccio vero, ferito, che lei decide di salvare. È una premonizione? Forse sì, perché a causa di una lunga catena di ammalati di cancro che ha segnato la sua vita, ha sempre sentito che prima o poi le sarebbe toccato. Anche per lei prima o poi ci sarebbe stato il nemico da affrontare. Ma quel male, quella mostruosa creatura che si impadronisce del nostro corpo e della nostra mente, è veramente un nemico? Marta Leri, con un lessico semplice e colloquiale, ci racconta un cammino doloroso e intriso di coraggio, dalla scoperta della malattia fino alla sua accettazione intesa non come passività inerte, bensì come possibilità di ricostruirsi, di interrompere con grinta e coraggio quella lunga catena di sofferenza e di morte, di rimettere assieme frammenti sparpagliati della propria esistenza. Perché, proprio nel momento in cui decidi di affrontare il nemico e di mostrargli combattività e forza, disposto a seguire qualunque strada si manifesti possibile, sei portato ad analizzare la tua vita cercando quel punto di rottura che in qualche modo si era manifestato, ma di cui non ti eri mai accorto. È così che, paradossalmente, la malattia finisce con il rivelare una funzione positiva. Ti pone degli interrogativi, ti spinge a cercare delle risposte, ti stimola a mettere ordine fra gli oggetti sparpagliati della tua vicenda umana e interpersonale. Chissà, forse sei tu che l’hai autoprodotta, quando hai smesso di amarti e di attribuirti valore, quando hai cessato di prenderti cura di te stesso, quando hai lasciato che la paura dominasse la tua vita, quando ti sei lasciato annegare nel fluire degli eventi anche sfavorevoli, senza opporgli resistenza. Quando sei venuto meno al principio vitale di nutrimento dell’anima. È il momento di procedere all’incontrario, perché solo liberandoti di tanti inutili fardelli metaforici, puoi decretare le tua guarigione, inutilmente demandata solo ai farmaci. Il riccio e la castagna, grazie a un sapiente utilizzo del “correlativo oggettivo”, diventano così i simboli di un percorso di guarigione. Anna Maria Fabiano