Non aveva idea di cosa gli prendesse, ma in certi momenti si soffermava a studiare a fondo gli internati, osservando accuratamente ogni loro movimento, ascoltando attentamente ogni minimo rivolo di fiato emesso dalle loro bocche livide, chiedendosi cosa provassero, quanto tempo avrebbero resistito, quanti quel giorno ne avrebbero mandati a morire, e sgranava gli occhi davanti ai loro corpi fragili, alle loro ossa così sottili che gli sembrava di poterle ridurre in cenere con il solo ausilio del suo respiro caldo , come dei soffioni. Ma a cosa servivano certi paragoni quando la cenere era il loro effettivo destino?