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I Conservatori in Italia, pur nel loro essere un’istituzione culturale e formativa importante, rimangono “appartati” forse per la natura stessa della disciplina musicale così poco rilevante nella definizione dell'uomo di cultura nel nostro tempo. Essi Hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo estremamente significativo nell’ambito dell’educazione musicale con particolare riferimento all’attività professionale, ma nonostante le riforme degli ultimi anni di essi si sa poco. Vengono qui presentati alcune riflessioni di carattere sociologico, storico, comparativo, corredati dai risultati di…mehr

Produktbeschreibung
I Conservatori in Italia, pur nel loro essere un’istituzione culturale e formativa importante, rimangono “appartati” forse per la natura stessa della disciplina musicale così poco rilevante nella definizione dell'uomo di cultura nel nostro tempo.
Essi Hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo estremamente significativo nell’ambito dell’educazione musicale con particolare riferimento all’attività professionale, ma nonostante le riforme degli ultimi anni di essi si sa poco. Vengono qui presentati alcune riflessioni di carattere sociologico, storico, comparativo, corredati dai risultati di uno studio pilota condotto in tre distinte realtà italiane.
Il tutto è completato in appendice da alcune testimonianze dirette.

Hanno collaborato a questa edizione con loro scritti e testimonianze: Michele Bartolucci, Francesco Biraghi, Ludovico Bramanti, Paolo Chiavacci, Mario Corsi, Marcella Ferraresi, Francesco Forges Davanzati, Stefano A.E. Leoni, Luigi Magistrelli, Gabriele Moroni, Massimo Negrotti, Giovanna Polacco, Massimo S. Russo, Antonio Zambrini, Silvia Zambrini.
Autorenporträt
Mario Corsi (1957) è ricercatore in Statistica Sociale presso l'Università degli Studi Carlo Bo di Urbino. Da sempre si è occupato di temi legati alla programmazione e valutazione dei servizi socio sanitari per i quali ha prodotto diversi contributi caratterizzati da indagini empiriche. Si è occupato anche dell'universo giovanile e delle sue manifestazioni, di questioni ambientali, temi di natura antropologica legati alle tradizioni popolari nonché indagini sui percorsi formativi e le conseguenti realizzazioni professionali. Massimo Stefano Russo (Lentini 1959) dal 2000 ricercatore presso l'Università di Urbino Carlo Bo, insegna sociologia del tempo libero presso la Scuola di comunicazione e sociologia dell'educazione nella Scuola di sociologia e servizio sociale. Si è occupato dei processi di istituzionalizzazione della sociologia, in particolare nel contesto italiano. I suoi interessi di ricerca sia teorica che empirica negli ultimi anni sono sempre più concentrati sull'universo giovanile e in particolare le nuove tecnologie nel contesto del tempo libero. Tra le sue ultime pubblicazioni Della sociologia e del tempo libero, Aracne Roma 2017; I paradossi del caso Cucchi: un sommerso che si doveva poteva salvare, in: Lo Stato irresponsabile il caso Cucchi a cura del Gruppo di ricerca su potere, istituzioni e forme di controllo sociale-Università degli studi Carlo Bo, Aracne, Roma 2017. Camminare, guardare, ascoltare: paesaggio sonoro e tempo libero, in: Giornate sonore a cura di A. Calanchi e M. Morini, Aras Edizioni, Fano 2018. Con I. Matteucci e M. Corsi, Conoscenza e comunicazione come primi strumenti di prevenzione: Un'indagine sulla Food Literacy di giovani studenti, Tangram Edizioni Scientifiche, Trento 2018. Suoi articoli sono pubblicati su Girodivite.