Partendo dalla constatazione che, a livello nazionale, i recenti tentativi di legiferazione sul lobbying non hanno ancora prodotto risultati ben apprezzabili ("regolamentazione-strisciante ad andamento schizofrenico"), le Regioni italiane offrono un buon banco di prova tangibile per testare i risultati e l'efficacia del suo inquadramento normativo. Sembra, infatti, che gli organi direttivi regionali (e.g. Presidente, Giunta e Consiglio) abbiano voluto supplire ai ritardi e alle mancanze del legislatore nazionale e abbiano mostrato una maggiore sensibilità verso i temi della rappresentanza e della trasparenza, nel loro sforzo di istituzionalizzare il coinvolgimento diretto di interessi legittimi nel processo di decision-making. Questo intento, tuttavia, non sempre ha sortito gli effetti sperati. Anzi, dichiarazioni di principio, tra le più ambiziose, sono spesso rimaste lettera morta. Pertanto, oltre a una analisi descrittiva delle esperienze regionali di regolamentazione del lobbying, il saggio ambisce a valutare in termini qualitativi e quantitativi l'impatto complessivo di queste leggi nelle dinamiche d'interazione tra decisore pubblico regionale e portatori legittimi d'interessi